Tenere i soldi fermi ha un costo
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Hai presente quando il tuo conto corrente ti fa sentire al sicuro, tipo copertina di Linus?

Ecco. Peccato che sia una copertina che ogni anno si restringe un po’.
In questo articolo vediamo perché tenere i soldi fermi ha un costo, anche se nessuno te lo toglie dal conto.
Cos’è l’inflazione (spiegato senza parole difficili)
L’inflazione è quell’effetto simpatico per cui una pizza nel 2010 costava 5 euro, e oggi ne costa 9.
È l’aumento generale dei prezzi nel tempo. Significa che con gli stessi soldi, in futuro puoi comprare meno cose.
Una tazzina di caffè oggi: 1,20 €
Una tazzina di caffè tra 10 anni? 2,00 €
(Il gusto sarà lo stesso, ma il portafoglio piangerà di più.)
In Italia l’inflazione media negli ultimi anni è stata intorno al 2–3%. Ma negli ultimi anni ha toccato anche il 6–7%.
E cosa succede ai soldi che lasci fermi sul conto?
Il conto corrente non è un bunker
Tanti pensano che liquidità = sicurezza.
E per certi aspetti è vero: il conto corrente non si muove, non fa sorprese, è “facile”.
Ma c’è un piccolo dettaglio: mentre i soldi stanno fermi, i prezzi continuano a correre.
Risultato?
Se oggi hai 10.000 €, tra dieci anni valgono magari 8.000. Non perché qualcuno li ha rubati, ma perché l’inflazione ha fatto il suo lavoro sporco.
E quindi che si fa?
Non sto dicendo di buttarsi in Borsa o comprare Bitcoin dopo aver visto un reel su Instagram.
Però puoi iniziare a muovere i primi passi intelligenti, anche con strumenti semplici:
- Conti deposito (rendimento > 0)
- ETF a basso rischio
- Piano d’accumulo (PAC) anche con piccole cifre
L’idea non è “diventare ricco domani”, ma evitare di diventare povero senza accorgertene.
In sintesi
Tenere i soldi fermi è come lasciare una bottiglia d’acqua aperta: piano piano si svuota, anche se non la tocchi.
Non serve un MBA per capire la finanza. Serve solo un pizzico di consapevolezza e voglia di proteggere ciò che hai già.