Cosa sono gli ETF e come funzionano

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Gli ETF, o Exchange Traded Fund, sono strumenti di investimento semplici, economici e versatili. Con un solo prodotto è possibile investire in interi mercati, settori o indici, anche con capitali ridotti.

In questo articolo vedremo cosa sono, a cosa servono, quali sono i costi da considerare e affronteremo alcune delle critiche più comuni.

Cosa sono gli ETF

Gli ETF sono fondi quotati in borsa che replicano in modo passivo un indice finanziario, come l’MSCI World, l’S&P 500 o l’Euro Stoxx 50.

In pratica, comprando un ETF stai acquistando un paniere di titoli (azioni, materie prime, ecc.) che seguono fedelmente l’andamento dell’indice di riferimento (come ad esempio il FTSE MIB, il DAX, il NASDAQ, ecc.).

Essendo quotati, si possono comprare e vendere come normali azioni, in tempo reale durante l’orario di borsa.

A cosa servono gli ETF

Gli ETF permettono agli investitori di:

Sono ideali per chi vuole investire in modo razionale, automatico e con poche complicazioni operative.

Quanto costa investire in ETF: il TER

Uno dei motivi principali per cui gli ETF sono apprezzati è il loro basso costo.

Il principale indicatore da considerare è il TER (Total Expense Ratio), ovvero il costo annuo espresso in percentuale, che copre le spese di gestione e amministrazione del fondo.

Nel lungo periodo, questa struttura di costi contenuta ha un impatto significativo sulla performance complessiva del portafoglio.

Critiche comuni agli ETF (e perché vanno contestualizzate)

Anche se gli ETF sono sempre più diffusi, alcune critiche vengono sollevate da investitori, analisti e media. Vediamole insieme.

Rischio di concentrazione malsana

Molti ETF azionari globali mostrano una forte esposizione verso aziende americane e tecnologiche. Ad esempio, nei principali ETF sul MSCI World o sull’S&P 500, troviamo Apple, Microsoft, Google Alphabet, Amazon, Nvidia, Tesla e Meta. Queste aziende sono note anche come le sette sorelle Big Tech.

Questa critica è vera nei numeri, ma va compresa nel contesto giusto: gli ETF replicano gli indici, e gli indici sono ponderati per capitalizzazione. Questo significa che i titoli più grandi contano di più, proprio perché sono più rilevanti a livello economico.

Nel 1900 le aziende dominanti erano le ferrovie, negli anni ‘60 la chimica e l’industria pesante, oggi la tecnologia e la AI. La concentrazione riflette l’evoluzione economica globale.

Inoltre, esistono ETF alternativi per chi vuole evitare questo effetto:

Assenza di analisi fondamentale

Un altro punto critico riguarda il fatto che gli ETF non selezionano attivamente i titoli in base alla qualità. Tutto ciò che è presente nell’indice viene replicato, anche se alcune aziende potrebbero essere in difficoltà.

Ma se davvero questo fosse un problema sistemico, i fondi attivi – che fanno analisi fondamentale e stock picking – dovrebbero battere gli ETF con regolarità.

In realtà, la maggioranza dei fondi attivi non performa meglio degli ETF, soprattutto nel lungo periodo. I motivi principali sono:

Gli ETF, pur replicando passivamente, ottengono risultati coerenti con il mercato, il che è spesso sufficiente (e conveniente) per molti investitori.

Conclusioni

Gli ETF rappresentano una soluzione semplice e trasparente per chi desidera costruire un portafoglio efficiente e diversificato. Nonostante alcune critiche, restano tra gli strumenti più adatti per investitori consapevoli, soprattutto in ottica di lungo periodo.

Vuoi vedere come si possono usare gli ETF per gestire la liquidità? Leggi il nostro approfondimento sugli ETF monetari.

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Roberto